Emilio Crotti
Emilio Crotti nasce nel 1943 a Luzzara, nell’Emilia e fin da giovanissimo si dedica all’arte, iniziando una carriera artistica più che quarantennale, che spazierà dagli studi classici alle evoluzioni della grafica pubblicitaria, passando per l’affresco e il restauro e arrivando infine alla sintesi espressiva e concettuale che ha dato vita, dopo un lungo percorso, all’attuale inimitabile stile, caratterizzato dalla scomposizione materica e cromatica dell’immagine figurativa. Si iscrive presto all’istituto d’arte Maragliano dove segue i corsi di Ernesto Massiglio e sotto la guida del professor Antonio Morera, inizia ad affrescare i saloni dì prestigiose ville in Liguria e Piemonte. In quegli anni si iscrive all’Accademia Ligustica di Belle Arti, dove inizia ad elaborare uno stile altamente personale ed attuale, le sue opere istintivamente figurative si caratterizzano per un uso intenso ed attentissimo dei colori e dei soggetti chiamati a raccontare il mondo fantastico immaginato dal pittore. Nel suo lungo percorso creativo l’artista indaga diverse correnti e metodologie pittoriche studiando procedimenti del restauro dell’arte antica, ma senza tralasciare le nuove evoluzioni offerte dalla tecnica grafica d’avanguardia, affascinato dalle multiformi possibilità d’espressione artistica offerte dalla stampa e dal cinema, in un mondo contemporaneo imperniato di immagini e colori che il pittore non vive con distacco, ma al contrario immergendosi nella realtà visiva che vuole rappresentare. L’eclettica abilità pittorica, unita ad una forte fantasia immaginativa lo porta da uno scenario fatto di persone reali riunite in atteggiamenti del vivere quotidiano alla creazione di creature inedite, assolutamente fantastiche, E’ questa capacità visionaria che ha portato il celebre Carlo Rambaldi, vincitore di tre premi Oscar per la creazione di alcuni tra i più famosi personaggi fantastici creati dal cinema, tra i quali E.T., King Kong e Alien, a volere la collaborazione di Crotti per il progetto Millennium, un grande parco espositivo diviso in padiglioni che dovevano illustrare il passato dell’uomo ma soprattutto il futuro. Un vero e proprio mondo del futuro, per il quale il pittore su richiesta di Rambaldi aveva ideato creature fantastiche, città e scenografie di mondi ambientati in un futuro immaginario, II progetto Millennium, del 1986-1990 purtroppo a causa di problemi burocratici non venne realizzato, ma immutata è la stima di Rambaldi per la capacità creativa di Crotti: ‘Del genio creativo di Crotti apprezzo soprattutto il realismo dell’esecuzione e la fantasia della composizione scenografica delle sue opere’. In seguito a queste esperienze, nascono così le prime tele, che abbagliano il fruitore-spettatore di quello che si presenta in veste di sontuoso quadro-scenario, un mondo fantastico, come l’originale sintesi visiva di una rappresentazione teatrale rivisitata dal mondo onirico del pittore e trasformata in opera pittorica dalla sua tavolozza, II pittore trae la sua ispirazione sofferta da un ambiente surreale che sembra vivere fuori da ogni dimensione temporale, riuscendo sapientemente a dar corpo ad una sensazione indefinibile dì malinconia e insieme di serenità, di mistero ma anche di armonia, Prende forma sulla tela un mondo sensuale, che nasce dai volti enigmatici delle donne che lo popolano, uniche protagoniste di questi racconti lussureggianti, nude, vestite mascherate, velate: schiave o padrone ma solo della propria perfetta bellezza, Una presenza femminile che si ripete ossessivamente da una tela all’altra creando storie barocche stracolme di colori e personaggi che nascono gli uni dagli altri, intrecciandosi sulla tela e ispirando nell’osservatore infinite trame, Donne bellissime che popolano altrettanti mondi dove il brutto è bandito, per lasciare il posto ad un’esplosione di luci e di stoffe che si percepiscono morbide e pregiate, piume di mitici animali, fiori e piante i cui colori il pittore sottrae alla natura, capitelli presi in prestito dall’architettura classica: ogni tela è un omaggio al sacro ideale della bellezza una bellezza scultorea, perfetta, idilliaca eppure dipinta in modo assolutamente realistico. Dopo il periodo creativo dominato dalle scenografie oniriche delle serie dipinte tra gli anni Ottanta e Novanta, Emilio Crotti attraversa una stagione di passaggio stilistico verso il nuovo inconfondibile stile con cui oggi plasma i suoi inimitabili soggetti. E’ la stagione in cui si affaccia con prepotenza l’esigenza di unire alla perfezione figurativa dei suoi soggetti l’anelito alle indefinite e molteplici possibilità della pittura astratta. Compaiono in questo periodo le prime parti di tela eseguite a spatola, nelle quali si distinguono chiaramente sagome volti, che sembrano però scaturire all’improvviso da inquietanti vortici cromatici, frammentati spazi temporali che si aprono all’improvviso. Sarà il passaggio di mezzo, che porterà il pittore a sviluppare lo stile che oggi contraddistingue le sue tele: spatolate spesse e materiche, che creano vibrazioni violente e delicate insieme, e che per la magia dei piccoli colpì di spatola compongono le figure, i volti, i gesti, le atmosfere. Crotti arriva cosi allo stile di oggi, uno stile caratterizzato dalla frammentazione materica e cromatica della superficie del quadro, scomposta in una miriade di piccoli tasselli, ognuno dei quali, incredibilmente ha un suo proprio colore, una sua forma geometrica diversa da quella di qualunque altro. Tasselli materici chiamati a raccontare con slancio plastico la poesia che vive nelle storie di tutti i giorni, rilevabile nello spessore della cromia che si dilata, si scompone e ricompone magicamente. Nelle superfici dipinte la materia cromatica si frantuma come per un’interna forza centrifuga e nell’illusorio sgretolamento formale in realtà moltiplica l’immagine, in una logica di bordature e contorni definiti, che trovano la loro sintesi nell’armoniosa complessità dell’opera. La scomposizione delle rappresentazioni in frastagliati tasselli materici, crea infatti un’irripetibile eclettismo nella visione degli oggetti. Essi sono percepibili a distanza ravvicinata come insieme scomposto in astratta cromatismo, mentre allontanandosi dalla tela, si ricompongono dinamicamente riassemblandosi in equilibrio figurativo. Anche la più classica rappresentazione della natura è così resa unica dalla sfaccettatura del colore.dalla frammentazione originale della superficie che rende l’opera complessa come un mosaico, trasparente come una vetrata e assolutamente irriproducibile. Nei colori limpidi ed aggressivi di Crotti c’è il linguaggio dell’artista moderno, nella sua pittura vive l’aria e l’anima della gente di oggi, sempre di corsa, immersa circondata e intrappolata dal traffico, in coda davanti ad un pub, mentre balla, ride, suona o cammina per strade illuminate da vetrine e negozi. Uno sfarfallio di colore gettato a piccole spatolate che si sovrappongono e si mescolano creando movimento, una forza vitale che riesce attraverso un’esperta tecnica coloristica a scrutare la fisionomia e l’interiorità umana. Un’umanità plasmata e scavata con la sua spatola abile, densa, corposa, che sembra segnare limiti e contorni ma capace al tempo stesso di aprire qualunque orizzonte. Ha partecipato su invito a numerose rassegne nazionali ed internazionali ottenendo premi e riconoscimenti