Antonio Corpora
Nato a Tunisi nel 1909 da genitori di origine siciliana, entra nel 1928 all”Ecole des Beaux Arts’ con Armand Vergeaud, allievo di Gustave Moreau e condiscepolo di Matisse, Dufy, Rouault, Marquet. Arriva in Italia nel 1929 e si stabilisce a Firenze, ove frequenta le lezioni di Felice Carena all’Accademia e copia le opere dei grandi maestri nei Musei. Non si trova a suo agio nel clima culturale conservatore della città; dopo una personale a Palazzo Bardi nel 1930 si trasferisce a Parigi. Qui completa la sua formazione artistica, che si svolge a contatto diretto con le grandi scuole post-impressioniste, cubiste e ‘fauves’, in un clima culturale molto diverso da quello italiano, allora dominato dal Novecento. Continua però a viaggiare e mantiene legami con la Tunisia e l’Italia; incontra Carlo Belli e nel 1939 tiene la sua seconda personale in Italia alla Galleria del Milione a Milano, ove entra in contatto con gli astrattisti raccolti attorno alla Galleria, quali Fontana, Reggiani, Soldati. Nello stesso periodo inizia a collaborare con varie riviste italiane su argomenti di pittura e letteratura. In quegli anni, Corpora dipinge opere figurative, soprattutto paesaggi e nature morte, che alterna a partire dal 1934 con composizioni astratte, nelle quali appare la sua formazione post-impressionista e fauve. Torna definitivamente in Italia nel 1945 e si stabilisce a Roma, ospitato inizialmente nello studio di Renato Guttuso e frequenta la trattoria Fratelli Menghi, punto d’incontro per registi, sceneggiatori, poeti e pittori :Emilio Vedova, Mario Mafai, Pericle Fazzini, Corrado Cagli, Antonello Trombadori, Piero Dorazio. Corpora partecipa al vivace clima culturale di quegli anni del primo dopoguerra, con le sue opere e con vari scritti, in favore di un rinnovamento del linguaggio pittorico in senso europeo, e forte di una conoscenza di prima mano della pittura francese del ‘900 unica tra gli artisti dell’epoca. Con Guttuso ed altri entra a far parte del Fronte nuovo delle arti, con il quale partecipa alla sua prima Biennale di Venezia nel 1948. Nel 1951 vince, ex aequo con Zoran Music, il ‘Prix de Paris’; l’anno successivo i due artisti tengono una mostra personale alla ‘Galerie de France’ a Parigi ed il Musèe d’Art Moderne acquista l’opera di Corpora Canaris, cage, fenêtre. La sua pittura è ormai giunta ad un approdo non figurativo, caratterizzato dai riferimenti al cubismo e da una particolare sensibilità per il colore; ne è testimone, ad esempio, l’opera La pesca grossa del 1949, oggi alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. Alla rottura del Fronte nuovo delle arti, alcuni dei suoi componenti di orientamento non figurativo si fanno promotori di un gruppo più omogeneo che prosegua la lotta per un avvicinamento della pittura italiana alla cultura pittorica europea del ‘900. Finalmente nel 1952 Lionello Venturi, su richiesta di Corpora, accetta di scrivere un breve testo per una pubblicazione[6] che presenta il Gruppo degli Otto (Afro, Birolli, Corpora, Moreni, Morlotti, Santomaso, Turcato, Vedova) in occasione della Biennale di quell’anno. Venturi caratterizza questi artisti con la formula critica dell”astratto-concreto’, e sottolinea che essi adoperano quel linguaggio pittorico, che dipende dalla tradizione iniziatasi attorno al 1910 e comprende l’esperienza dei cubisti, degli espressionisti e degli astrattisti. Alla Biennale, Corpora vince il Premio della Giovane Pittura Italiana ed una delle sue opere esposte, Alba, viene acquistata dal Ministero della Pubblica Istruzione per la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. A metà degli anni ’50, Corpora è ormai un protagonista affermato della pittura italiana ed europea. Dopo le esperienze del ’48, del ’50 e del ’52, sarà poi presente alla Biennale, con sala personale, anche nel 1956, 1960, 1966. Tra le altre personali di quegli anni, è nel 1957 alla Galleria la Tartaruga di Roma, nel 1959 alla Galleria Blu a Milano, nel 1960 alla Galleria Pogliani a Roma. A livello internazionale, Corpora partecipa nel 1955 a Documenta 1 e nel 1959 a Documenta 2 a Kassel, e tiene una personale nel 1958 alla Galerie Springer di Berlino. A Parigi, nel 1957 è alla Galleria Cahiers d’art; per l’occasione Christian Zervos pubblica una monografia su Corpora con una propria introduzione. Espone a New York alla Kleemann Galleries nel 1958 (presentato in catalogo da Venturi) e nel 1960 (presentato da Nello Ponente), ed alla Galerie Chalette nel 1962 (presentato da Argan). Una delle opere esposte nel 1958 alla Kleemann entra a far parte della collezione del Museum of Modern Art di New York. A metà degli anni ’60 i suoi quadri divengono più chiari e tendono a organizzarsi in strutture rettangolari, spesso stese con la spatola; questa fase culmina nelle 15 grandi tele esposte nella sala personale della Biennale del 1966, una delle quali, Verde Spazio, verrà più tardi acquistata dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. Negli anni successivi continua a dipingere ed a esporre in moltissimi musei e gallerie private di tutto il mondo; scrivono di lui, tra gli altri, anche Pierre Restany e Cesare Vivaldi. La sua pittura acquista, sul finire degli anni ’70, una grande libertà espressiva, che fa uso anche di tecniche innovative, come quella che l’artista chiama “murale”, ed il “dripping”. Gli anni ’80 rappresentano un’epoca di grande creatività; nel 1981 presenta, in una personale alla Bayerische Staatsgemaldesammlung a Monaco di Baviera, 20 grandi nuove tele, tra le quali Il mare di Achab, che entra nella collezione della Haus der Kunst. Nel 1987 la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma gli dedica una mostra retrospettiva, seguita l’anno dopo dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia. Continua a dipingere anche negli anni ’90, lavorando in particolare sulla tecnica dell’acquarello. Nell’anno 2003, su designazione dell’Accademia Nazionale di San Luca, il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi conferisce al maestro il Premio Nazionale ‘Presidente della Repubblica’. Muore nel 2004, a 95 anni, a Roma.