Aldo Mondino
ALDO MONDINO NASCE A TORINO NEL 1938.
Nel 1959 si trasferisce a Parigi, dove frequenta per due anni l’Atelier 17 di William Heyter. Studia mosaico con Severini. In questi anni, viene a contatto con giovani pittori surrealisti – esperienza che lascerà tracce nelle opere ludiche degli anni Sessanta. Nel 1960, torna in Italia, a Torino, per il servizio militare. L’incontro con Gian Enzo Sperone, direttore della Galleria Il Punto, si rivela fondamentale. Proprio da lui, infatti, allestisce la prima mostra personale. Le opere sono aperte citazioni di pittori, da Casorati a Dine, con riferimenti al mondo pop, alla segnaletica stradale e all’universo infantile (Donna con le uova di Casorati, 1964). Nel 1964, tiene una personale alla Galleria La Salita. Nel 1969, all’Arco d’Alibert a Roma, presenta Ittiometro. Da questo periodo comincia ad utilizzare scritte, parole e a sperimentare materiali inusuali, come lo zucchero (Rosa di zucchero, 1972). Nel 1970, nasce la serie dei King. Partendo da un fantoccio del tutto somigliante al pittore, Mondino lo ritrae disposto su un quadrante di un orologio. Un’operazione del tutto concettuale, legata alla magia della scansione del tempo. Questo momento sarà ricordato dall’artista come il primo incontro con se’ stesso e la pittura.
Nel 1976, partecipa alla XXXVIII Biennale di Venezia, in cui si impegna in un parallelismo filologico tra la sua arte e le composizioni di Schà¶nberg. Nel 1983, allo Studio De Ambrogi di Milano, allestisce una mostra sul tema degli Angeli. Marco Menguzzo lo invita, nel 1988, a partecipare alla mostra Verso l’arte povera, allestita al Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano.
A Partire dagli anni Novanta, il suo interesse si focalizza su temi orientaleggianti. Alla Galleria Sperone di Roma, realizza nel 1990 una mostra con opere in cioccolata e zucchero. Compie viaggi in Marocco, Palestina, Turchia. Nel 1993, alla Biennale di Venezia, espone una serie di quadri di grandi dimensioni, rappresentanti i Dervisci nell’atto di danzare. In questi anni, l’oriente, coi suoi volti e i suoi colori, sarà l’elemento dominante della sua poetica ( Schekitah, 1994; La siesta, 1997). Nel 1996, Alessandro Bagnai organizza a Siena una mostra, in cui espone opere sui temi della Corrida e del Palio. La passione nel realizzare lavori tridimensionali lo porta ad utilizzare materiali particolari, come la cioccolata (Scultura un corno). Caratteristica comune alle due mostre intitolate The Bizantine World di Milano (Galleria Milleventi) e di Roma ( Galleria Lo Sperone), nel 1999, è infatti l’utilizzo esclusivo di cioccolatini. Nel 2000, compie il primo viaggio in India e realizza una mostra dal titolo Flovers, alla Birla Accademy di Calcutta.
Muore nel 2005.